“Una Liguria che non sai” è il progetto completo e operativo per far conoscere e promuovere l’Alta Via dei Monti Liguri ai professionisti del settore turistico, alle istituzioni e al grande pubblico.
Il progetto è stato ideato daUmberto Curti, professore ed esperto di cultura e tradizioni liguri, Luisa Puppo, docente esperta di inglese tematico e Food Tourism e sviluppato in sinergia con F.IRE. Società Benefit, ente di formazione che porta avanti un’innovativa formazione per il territorio, tra cui figurano i corsi GAE (Guida Ambientale Escursionistica).
Chi è Umberto Curti e come nasce “Una Liguria che non sai”
Docente, saggista e consulente senior (si dedica alla Liguria da trenta anni), Umberto è il co-founder con Luisa Puppo di Welcome Management, società di marketing e formazione per il turismo e l’enogastronomia in Liguria. Turismo, etno-gastronomia e biodiversità sono gli ambiti di specializzazione di Umberto Curti.
Da più di venti anni la collaborazione tra F.IRE Società Benefit e Welcome Management “esplora” gli ambiti formazione e turismo in progetti rivolti a una pluralità di target – dai master post-laurea alla formazione continua. Nel 2023 questa sinergia è approdata ai corsi di qualifica GAE (Guida Ambientale Escursionistica) Regione Liguria, al cui interno Umberto cura i contenuti relativi al turismo sostenibile e all’offerta turistica territoriale, mentre Luisa si occupa del modulo di inglese tecnico-settoriale.
Insieme a Luisa, Umberto ha ideato e cura il ricco sito web Ligucibario, vero scrigno di cultura e conoscenza sulla Liguria.
F.IRE. “Una Liguria che non sai” è un percorso di marketing turistico tra storia, cultura e biodiversità “tutt’attorno” all’Alta Via dei Monti Liguri. Umberto, come è nato?
Umberto. “Il progetto prende l’avvio durante le nostre docenze nelle sei edizioni dei corsi per GAE (Guida Ambientale Escursionistica) cantierate da F.IRE Società Benefit, in un contesto formativo e relazionale in cui sentirsi a proprio agio. Sono previste nuove edizioni nel periodo ottobre-novembre 2025.
A mio avviso un corso di formazione è per così dire un portolano, un
Il successo che l’intero team didattico dei corsi GAE ha sin qui ottenuto discende certo dai contenuti che abbiamo inteso trasmettere e dalle metodologie
F.IRE. Umberto, quali contenuti curi all’interno dei corsi GAE?
Umberto. “A me spettano sostanzialmente due materie:
1)una sintetica introduzione al concetto di turismo sostenibile e alle buone prassi da porre in essere (benché un turismo tout court sostenibile non possa esistere, e siamo dunque tutti chiamati ad attenuare il più possibile gli impatti
2)una panoramica – in chiave per così dire antropologica, ma assai concreta – di tutti quei patrimoni che in Liguria
Ho progettato e condiviso con le aule questi contenuti in forma di
F.IRE. Quali metodologie didattiche utilizzi all’interno dei corsi GAE?
Umberto. Da quasi trent’anni – essendo un piccolo imprenditore più che un accademico – intendo la docenza come opportunità per trasferire all’aula prassi operative tipiche del mio lavoro quotidiano. Contenuti e metodologie di nostra concezione testati sul campo a fianco di territori e imprese.
Nel caso dei corsi GAE, in concreto, contestualizziamo su casi specifici. Mappe mentali, griglie di analisi della competitività territoriale, analisi SWOT, casi-studio pratici, analisi psicografiche per profilare i target di pubblico, comprendendone comportamenti, bisogni e desideri, linee guida per la progettazione di itinerari turistici e enogastronomici, superando l’ottica del mero collegamento di luoghi, format per l’offerta di esperienze, in grado di rispondere ai trend attuali e di immergere gli ospiti nel patrimonio culturale e naturale del territorio, storytelling, anzitutto dell’enogastronomia regionale.
Personalmente propongo sempre 3 degustazioni in aula (pesto, vino DOC e olio extravergine DOP). Il fine è duplice: mostrare come un prodotto/ricetta si faccia paesaggio, narrazione, plusvalore, ed educare i futuri GAE alla sensorialità, sulla quale poi si coinvolge l’ospite.
Inoltre, ho creato negli anni sitografie (con un focus sui siti escursionistici), bibliografie, videografie. I corsisti possono anche richiedere all’editore la copia elettronica e gratuita del mio recente
F.IRE. Come intendi la figura del GAE?
Umberto. La Guida Ambientale Escursionistica è una professionalità a 360°.
Il fine della docenza, univoco e costante, è stato e sarà quello di formare via via una professionalità a tutto tondo, profonda conoscitrice del territorio (costa ed entroterra), a proprio agio dentro le dinamiche di un turismo sempre più destagionalizzabile, immersivo e relazionale, idonea ad accogliere e ad interagire in modo il più possibile interculturale ed empatico, e pronta ad uno storytelling mirato e coinvolgente.
Nella mia visione la Guida Ambientale Escursionistica è un ambasciatore e un paladino di ciò che propone, e non può quindi (né deve) difettargli una visione compiutamente d’insieme. GAE è una “cerniera” preziosa tra offerta e domanda, chiamata a rappresentare beni che si legano strettamente anche alla ruralità, al genius loci, a quelle fasce terrazzate da muretti a secco e quelle mediterraneità (patrimonio Unesco) che un po’ tutto il mondo ci invidia…
Conclusione: un invito a scoprire
Il progetto“Una Liguria che non sai”rappresenta un’opportunità unica per professionisti e operatori del settore turistico. Attraverso un approccio innovativo e pratico valorizza una Regione che ha molto da offrire. Investire nella formazione e nella conoscenza operativa del territorio è fondamentale per costruire un turismo “delle biodiversità” consapevole e sostenibile.
Per rimanere aggiornati sulle prossime fasi del progetto “Una Liguria che Non Sai”, vi invitiamo a seguire il nostro blog e i canali social ufficiali. Restate connessi per scoprire le novità e le opportunità che il progetto continuerà a offrire a professionisti e operatori del settore turistico.