Sei persone su dieci sono preoccupate per i cambiamenti climatici. Basta questo dato a far capire l’emergenza in cui viviamo? L’ambiente e la sostenibilità sono temi sempre più centrali nella coscienza collettiva degli italiani. Un recente rapporto di Istat “Preoccupazioni ambientali” (qui il “testo integrale con nota metodologica”) offre un quadro dettagliato delle preoccupazioni ambientali e dei comportamenti ecocompatibili della popolazione, fornendo spunti di riflessione importanti per comprendere l’evoluzione della sensibilità ecologica nel nostro Paese.
I cambiamenti climatici al centro delle preoccupazioni
I dati del 2024 confermano che i cambiamenti climatici rappresentano la principale preoccupazione ambientale per gli italiani. Quasi sei persone su dieci (58,1%) esprimono timore per questo fenomeno, un dato stabile rispetto all’anno precedente. Questa preoccupazione ha visto una crescita significativa negli ultimi decenni, passando dal 36% nel 1998 all’attuale 58,1%. L’attenzione al clima è particolarmente elevata tra i giovani e le persone con un alto livello di istruzione.
L’inquinamento dell’aria segue come seconda preoccupazione più diffusa, coinvolgendo il 51,9% della popolazione, con un aumento di 2 punti percentuali rispetto al 2023. Altre preoccupazioni rilevanti includono lo smaltimento dei rifiuti (38,1%) e l’inquinamento delle acque (37,9%). Si evidenziano anche interessanti differenze territoriali e demografiche. Ad esempio, i residenti del Nord mostrano una maggiore preoccupazione per i cambiamenti climatici rispetto a quelli del Mezzogiorno (59,4% contro 54,4%). Al contrario, nel Mezzogiorno si registra una maggiore preoccupazione per la produzione e lo smaltimento dei rifiuti.
Le aree metropolitane mostrano una sensibilità più accentuata verso problematiche come l’inquinamento dell’aria e acustico, mentre nei piccoli comuni c’è maggiore attenzione al dissesto idrogeologico. L’età e il livello di istruzione influenzano significativamente le preoccupazioni ambientali: i giovani sono più sensibili alla perdita di biodiversità e all’esaurimento delle risorse naturali, mentre gli over 55 mostrano maggiore preoccupazione per il dissesto idrogeologico e lo smaltimento dei rifiuti.
Comportamenti ecocompatibili: un impegno diffuso ma non uniforme
L’indagine rivela che una larga parte della popolazione italiana adotta comportamenti ecocompatibili. Il 71,4% delle persone fa attenzione a non sprecare energia, mentre il 68,8% è attento al consumo di acqua. Tuttavia, si osserva una leggera flessione rispetto all’anno precedente in entrambi i casi. Emergono differenze significative nei comportamenti ecocompatibili tra diverse fasce della popolazione. Le donne, ad esempio, mostrano una maggiore propensione a comportamenti sostenibili, soprattutto nell’ambito degli acquisti consapevoli. Il livello di istruzione gioca un ruolo importante: i laureati sono più inclini ad adottare pratiche ecocompatibili rispetto a chi ha un livello di istruzione inferiore.
Interessante notare come i giovani, pur mostrando una forte preoccupazione per le tematiche ambientali, non siano sempre i più virtuosi nei comportamenti quotidiani. Ad esempio, gli over 55 sono più attenti a non sprecare acqua ed energia rispetto ai giovani sotto i 24 anni. Tuttavia, i giovani si distinguono per un maggiore utilizzo di mezzi di trasporto alternativi all’auto privata. Il rapporto evidenzia anche differenze regionali nei comportamenti ecocompatibili. Nel Nord, ad esempio, si registra una maggiore attenzione alla mobilità sostenibile, con una più alta percentuale di persone che evitano comportamenti di guida rumorosi e utilizzano mezzi di trasporto alternativi. Nel Mezzogiorno, invece, si nota una maggiore propensione all’acquisto di prodotti locali e all’evitare l’uso di prodotti usa e getta.
Verso un futuro più sostenibile: sfide e opportunità
I dati presentati nel rapporto Istat offrono un quadro complesso e sfaccettato della sensibilità ambientale degli italiani. Emerge una crescente consapevolezza delle problematiche ambientali, in particolare dei cambiamenti climatici, accompagnata da un impegno diffuso, seppur non uniforme, nell’adozione di comportamenti ecocompatibili. Tuttavia, le differenze riscontrate tra diverse fasce della popolazione e aree geografiche suggeriscono la necessità di interventi mirati per promuovere una maggiore omogeneità nelle pratiche sostenibili. L’educazione ambientale, soprattutto rivolta ai giovani, sembra essere un elemento chiave per colmare il divario tra consapevolezza e azione concreta.
Per noi di F.IRE come Società Benefit questi dati rappresentano una nuova conferma per continuare a sviluppare programmi di formazione e sensibilizzazione che possano incidere positivamente sui comportamenti quotidiani dei cittadini, soprattutto dei più giovani. La sfida è quella di tradurre la crescente preoccupazione per l’ambiente in azioni concrete e diffuse, promuovendo una cultura della sostenibilità che abbracci tutte le fasce della popolazione e tutte le aree del paese.
Il percorso verso un futuro più sostenibile richiede un impegno collettivo e costante. I dati Istat mostrano che la strada è ancora lunga, ma anche che c’è una base solida su cui costruire. Con il giusto mix di formazione, politiche mirate e impegno individuale, è possibile accelerare la transizione verso un modello di vita più rispettoso dell’ambiente e delle risorse naturali.